E’ Giugno, siamo in tempo di esami e circolano strane notizie su farmaci o sostanze che facilitano lo studio dell’ultimo minuto e l’apprendimento con il copia e incolla. Tutte queste sostanze miracolose vengono riassunte in una frase mediata dall’universo fantastico della sessualità: ‘Il Viagra dell’Intellienza’. E qualcuno ci ha fatto la domanda per sapere se esiste davvero.
Anche i media ci mettono la loro. Sentite come titolava ‘Panorama’, il noto settimale, la settimana scorsa: “Il Viagra dell’intelligenza – Per migliorare il rendimento in vista degli esami nelle scuole si spacciano i ‘nootropi’, farmaci prescritti per malattie gravi. E’ un doping mentale che può provocare danni seri e creare dipendenza’. Niente male come prospettiva.
Naturalmente qui la parola chiave è: ‘nootropi’. La parola deriva dal greco ed è composta da (mente) e tropein (volgere, mutare) (clicca qui per saperne di più).
I nootropi sono una classe di farmaci molto seria che viene studiata da molti anni per dare sollievo a pazienti con patologie gravi. Bisogna dire che nonostante i grandi sforzi i risultati non sono così soddisfacenti e bisogna probabilmente lavorarci su ancora molto e di più.
Questo faramaci funzionano cercando di rendere maggioramente disponibili all’interno del sistema nervoso le sostanze che mediano la trasmissione dei segnali nervosi che sono parecchie e le più varie con ognuna alcuni funzioni specifiche.
Per esempio nei pazienti affetti da demenza, come nel Morbo di Alzheimer, è stato riscontrata una ridotta sintesi di acetilcolina, che è uno dei neurotrasmettitori che governano la comunicazione tra le cellule nervose e una insufficiente funzione dell’acetilcolina a livello della corteccia cerebrale, il nostro hard disk per capirci, risulta in deficit di apprendimento, memoria, attenzione e altre funzioni.
In queste circostanze si utilizzano dei farmaci che bloccano la proteina che degrada l’acetilcolina, aumentandone quindi i livelli nel cervello e provocando un modesto beneficio nei sintomi dei pazienti con demenza riguardo funzioni cognitive globali .
I nomi di queti farmaci è possibile trovarli facilmente su Internet e sono donepezil, rivastigmina e galantamina, e la memantina che è un faramco di un’altra classe. Il discorso si fa un po’ tecnico e riportiamo in basso qualche nota sul funzionamento di alcuni di questi farmaci (*). Per entrambi le classi di farmaci ci sono evidenze di piccoli miglioramenti dei sintomi correlati alla demenza.
E ora veniamo al nostro ‘Viagra dell’Intelligenza’.
L’utilizzo di sostanze per migliorare la performance cognitiva non è nuovo. Uno dei prodotti da sempre usati come stimolanti è la caffeina, che migliora la vigilanza e il tempo di reazione. La caffeina si assume con il caffè, the ma anche con bevande energetiche: una lattina di Red Bull per esempio ha 80mg di caffeina, l’equivalente di due tazzine di caffè espresso, un lattina di Coca Cola ne contiene da 35 a 47 mg.
Il quantitativo massimo da assumere senza avere effetti collaterali negli adulti è di circa 200 mg mentre negli adolescenti 2,5 mg al chilo al giorno ( un ragazzo di 40 kg non più di 100mg al giorno), se non sono associati ad altre sostanze. Ma c’è da dire che i ragazzi non dovrebbero prendere caffè, alla loro età non serve a niente, hanno già tutto quello che gli serve, devo solo imparare ad usarlo bene.
La caffeina può avere effetti collaterali come ansia, tremore, insonnia. A lungo termine la caffeina è anche associata a disturbi d’ansia generalizzata e a disturbi da abuso di sostanze. Leggi qui sul sito del Ministero della Salute e qui, una nostra risposta ad una domanda sul caffè, per saperne di più.
Anche la nicotina ha la capacità di migliorare le abilità cognitive come anche le anfetamine, usate anche dalle forze armate durante la seconda guerra mondiale.
Gli studenti americani, soprattutto negli ambienti di studio più competitivi, hanno spesso fatto uso delle anfetamine o del metilfenidato (Ritalin®), entrambi stimolanti del sistema nervoso che aumentano il quantitativo di neurotrasmettitori (noradrenalina e dopamina) a disposizione dei neuroni.
La letteratura medica ha messo in evidenza che l’uso improprio di farmaci che aumentano le prestazioni cognitive, attraverso la modulazione di alcune sostanze che sono normalmente prodotte dai neuroni, può essere pericoloso e dannoso per il cervello umano sano e soprattutto le persone che hanno dei latenti disordini, sono particolarmente sensibili agli eventi avversi causati da questi farmaci.
Come conclusione possiamo dire che tra le sostanze più conosciute e studiate ce n’è qualcuna che può aiutare un po’ e altre che danno qualche risultato e possono aiutare un po’ durante lo studio forzato ma tutte creano danni del sistema nervoso o dipendenza. Doparsi sotto esame e creare problemi al sistema nervoso non conviene proprio perchè di sistema nervoso ne abbiamo uno solo e l’utilizzo di questo non finisce con gli esami di maturità, in realtà ci serve per tutta la vita e sicuramente di più dopo gli esami. La vita non finisce con gli esami di maturità, anzi inizia proprio lì.
Vi riportiamo una citazione finale dell’articolo di cui prima abbiamo citato il titolo: “… Perchè è meglio ottenere il diploma con un voto più basso che compromettere una vita intera”.
Ma esitono delle cure naturali che favoriscano lo studio e l’apprendimento anche in vista degli esami? Esistono e sono usate da secoli. Negli ultimi decenni noi occidentali le abbiamo inserite nei ‘contenitori’ delle piante adattagene e dei nootropi naturali. Sono piante come il Brahmi (Bacopa monnieri), Eleuterococco, (Eleuterococcus senticosus) , Ginseng (Panax ginseng), Ashvaganda (Whitania somnifera), Rodiola (Rodhiola rosea), Amalaki (Phyllantus emblica), Haritaki (Terminalia chebula), Bibitaki (Terminali bellerica), anche il Basilico (Tulsi, Ocimum sactum), i ceci e molte altre meno studiate.
Alcune sono dei veri e propri farmaci che oggi vengono distribuiti all’interno di ‘Integratori alimentari’ che le contengono a basse dosi e se ben gestite non fanno danni, ma se male usate e a dosi sbagliate possono creare più di qualche problema. Devono essere gestite insomma, da Medici che le conoscano e che abbiano acquisito una certa esperienza nel prescriverle.
Dulcis in fundo ci sono i ‘rimedi della nonna’. Riposarsi, riposarsi,riposarsi. Quando si studia non si deve perdere sonno e poi riempirsi di caffeina per capirci qualcosa la mattiana dopo quando si è costretti ad alzarsi. Una volta, quando tutte queste sostanze neppure si immaginava che esistessero, chi aveva gli esami andava a letto presto e si alzava molto presto perchè è la mattina presto, ‘a mente fresca’ che si impara dipiù. Ed è vero, provare per credere.
Risposta scritta in collaborazione con la Dr.ssa Giulia Guerrieri
(*) Poi c’è la Memantina, un antagonista del recettore N-metil-D-aspartato. Il glutamato è il principale neurotrasmettitore eccitatorio dei neuroni della corteccia e dell’ippocampo. Uno dei recettori attivati dal glutamato è l’NMDA, che è coinvolto nell’apprendimento ( che si realizza nella corteccia) e nella memoria (l’ippocampo è una delle strutture del cervello responsabili della memoria). Un eccessivo stimo del recettore NMDA può essere causato da ischemia ( mancato afflusso di sangue che causa un danno ai neuroni) e conduce a eccitazione tossica dei neuroni; gli agenti che bloccano il recettore NMDA potrebbero proteggere i neuroni da un ulteriore danno nei pazienti con demenza su base vascolare ( l’ischemia). Oltre a questo la funzione normale dei restanti neuroni, che sono bloccati dal danno, può essere ripristinata migliorando i sintomi.
Foto di Gerd Altmann da Pixabay
Foto di Gerd Altmann da Pixabay